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La Legge sulle Unioni Civili ha introdotto in Italia il riconoscimento giuridico della coppia formata da persone dello stesso sesso. Tale nuova normativa ha un impatto diretto anche sulla gestione dei rapporti di lavoro. La nuova normativa, infatti, prevede una  estensione generalizzata alle parti dell’unione civile delle disposizioni che si riferiscono al matrimonio. Di conseguenza, vengono estesi ai lavoratori che sono parti di unioni civili tutte le tutele e le garanzie che sono previste per i coniugi in relazione al rapporto di lavoro. A titolo esemplificativo si evidenzia come anche alle parti delle unioni civili viene estesa la disciplina in punto di permessi e congedi, part-time, licenziamento e di dimissioni, indennità dovute alla parte superstite dell’unione civile (indennità di preavviso e TFR), licenziamenti collettivi e criteri di scelta rispetto al criterio dei “carichi di famiglia”. Orbene, in ragione dell’innovazione normativa intercorsa il datore di lavoro è tenuto a svolgere un’attenta analisi dei contratti collettivi (compresi quelli aziendali) applicati ai lavoratori e rimodulare e tarare le policy interne ed i regolamenti aziendali unilateralmente emanati dal datore di lavoro, per uniformarli alla nuova legge ed evitare ogni forma di discriminazione tra matrimonio e unione civile. Inoltre, le azienda dovranno  informare il proprio personale e formare i responsabili preposti alla cura delle risorse umane.