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Il Tribunale di Brescia interviene sulle Criptovalute

Le criptovalute necessitano di un intervento di regolamentazione nell’ordinamento giuridico italiano.
Sempre più frequenti sono le introduzioni nell’economia “reale” di queste valute virtuali.
Anche nell’ambito del diritto societario si verificano sempre più frequentemente richieste di poter procedere con conferimenti ed aumenti di capitale attraverso l’utilizzo di criptovalute.
Una recente pronuncia del Tribunale di Brescia Sezione Impresa del luglio 2018, dopo aver valutato la suscettibilità di valutazione economica della valuta ex art. art. 2464, 2° comma, c.c., ha negato la possibilità di intervenire mediante conferimenti mediante criptovalute.
Il citato Tribunale riconosce incapacità ad una criptovaluta di essere riconosciuta come strumento di scambio tradizionalmente inteso.
Criptovaluta è il nome di una valuta digitale e decentralizzata, open source e disponibile per lo scambio virtuale.
Il mercato delle criptovalute è gestito da una tecnologia che prende il nome di blockchain.
Questo può definirsi quale enorme registro pubblico e condiviso, sul quale si basa la rete delle criptovalute.
L’Autorità Giudiziaria conferma che le criptovalute, in ragione della loro volatilità, non possono soddisfare il requisito di cui all’art. 2464, 2° comma, c.c. in ragione della loro volatilità.
Il provvedimento si innesta sul rifiuto di un notaio che ha rifiutato la redazione di un atto di conferimento di capitale sociale, motivando che la criptovaluta non consente una valutazione concreta del quantum destinato alla società.
Visto lo sviluppo del mercato delle criptovalute e la loro diffusione a livello globale, ci saranno sicuramente occasioni per trovare nuovi provvedimenti tornare ad approfondire l’argomento.